Tonno rosso, si ripete il copione dello scorso anno quando, a stagione di pesca appena avviata, il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali decurtò la quota di catture precedentemente conferita alla pesca ricreativa per assegnare le tonnellate sottratte ai dilettanti ai pescatori del comparto professionale. In cambio, anche questa volta, la pesca ricreativa ottiene l’autorizzazione alla pesca del tonno fino al successivo dicembre con l’obbligo di rilascio della preda (Decreto Mipaaf 18 giugno 2013), un catch&release che suona però come un contentino e che ha mandato su tutte le furie diverse associazioni sportive.

 

Inevitabile parlare di danno per i pescatori ricreativi quando si cambiano le carte in tavola a stagione avviata ed attrezzature acquistate, con l’improvvisa riduzione della quota di cattura dalle iniziali 40 ad appena 10 tonnellate. Senza considerare che le originali 40 tonnellate assegnate con il Decreto 18 marzo 2013 della Direzione Pesca del Mipaaf al settore ricreativo non rappresentavano che appena il 2 per cento del totale delle catture assegnate ai pescatori – e di conseguenza il settore professionale poteva contare sul 98 per cento della quota complessiva, poi ulteriormente incrementata -; e che la successiva riduzione è stata causata non per un eccesso di prelievo da parte dei pescatori sportivi ma…per lo sforamento operato dai pescatori di mestiere! 

Da registrare le reazioni indignate, furibonde e stizzite della maggioranza dei pescatori sportivi italiani, nonché di alcune tra le più importanti associazioni del settore quali la Fipsas e l’Alleanza pescatori ricreativi, che in un comunicato stampa congiunto hanno affermato: “Esprimiamo totale dissenso nei confronti delle istituzioni e dell’Amministrazione per l’iniquo trattamento subito, trattamento che di fatto, arbitrariamente, privatizza e concentra nelle mani di pochi una risorsa pubblica, il pesce è bene comune. Il tonno non fa eccezione nei limiti dei piani di gestione ad esso applicati. Sollecitiamo una urgente revisione del sistema delle quote assegnate alla pesca sportiva e ricreativa”. 

Dello stesso avviso la Fipo: “La riduzione del contingente penalizza tutti gli appassionati della pesca al tonno rosso e causa un danno alle aziende del settore della pesca ricreativa, perché limita le possibilità di cattura a stagione appena iniziata e vanifica gli sforzi, anche economici, profusi dai nostri pescatori per avere un’attrezzatura adeguata – afferma Ciro Esposito, presidente della Fipo -. Pur giudicando ingiuste le motivazioni con cui alla pesca ricreativa è stata diminuita la propria quota di tonno rosso, poiché non possiamo certo pagare per le colpe altrui, la Fipo considera la decisione della Direzione Pesca del Mipaaf un atto derivante da una gestione politica che, a monte, marginalizza il nostro comparto e ne ignora le istanze e la consistente presenza e diffusione. La Fipo proseguirà nel suo impegno a tutela dei diritti di tutti i pescatori, e già oggi è al lavoro per continuare l’attività di confronto con la Pubblica amministrazione sull’argomento tonno”.

 Tonno rosso catturato a drifting

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